sabato 29 marzo 2014

"Il grande Gatsby" e i baci al cioccolato

 


Affascinata dal film ho deciso di leggere l'omonimo romanzo di Fitzgerald Francis Scott. La vita del "Grande Gatsby" viene raccontata da Nick, un modesto banchiere, che ci presenta il suo vicino come colui che ogni sera organizza sfarzosi party ai quali partecipano numerose persone.Siamo in America nei primi anni del 900 e anche Nick riceve un invito da Gastby per partecipare a una sua festa. In quest'occasione nasce tra loro un'amicizia e il ricco uomo inizia a raccontargli la sua vita: è nato a San Francisco, alla morte dei suoi genitori ha ereditato un bel pò di soldi, come Maggiore ha partecipato alla guerra, e a prova di ciò gli mostra una medaglia e una foto. Nick è anche il cugino di Daisy e un giorno, sotto invito del marito Tom, si reca nella loro casa estiva dove conosce Jordan Baker, una giocatrice di polo con cui successivamente avrà una breve relazione. Con il passare dei giorni i vicini iniziano ad uscire insieme e presto Gatsby gli confessa il tuo interesse nel voler incontrare Daisy, Nick nel frattempo era stato informato da Jordan della relazione passata tra Daisy e Gatsby. Nick accontenta l'amico e li fa incontrare, da quel momento Gatsby si illude che la storia con Daisy possa ricominciare.Un pomeriggio Daisy, Tom, Nick, Jordan e Gatsby si recano a New York per trascorrere un giorno diverso dal solito, durante una discussione Gatsby mette al corrente Tom della sua volontà di ritornare con Daisy. Durante il viaggio di ritorno, Daisy e Gatsby, da soli in auto, passano davanti al garage di Wilson, un meccanico che aveva un'officina sulla strada di New York, che teneva chiusa in casa la moglie Myrtle sospettando che questa avesse un amante. Myrtle vedendo passare l'auto di Gatsby e credendo che alla guida ci fosse Tom, il suo amante, si getta in strada e viene investita e uccisa dall'auto alla cui guida invece c'è Daisy, che prosegue la guida senza fermarsi.


Tom non sa che a guidare era Daisy, quindi convinto che ad ucciderla sia stato Gatsby, quando Wilson si reca nella casa di Tom con una pistola, questo gli dice che era Gatsby a guidare l'auto. Wilson si reca in casa di Gatsby, che attende con ansia la chiamata di Daisy, e lo uccide suicidandosi poi lui stesso. Morto Gatsby, Nick si occupa del funerale e spera che Daisy vi parteciperà, ma scopre invece che questa è partita insieme al marito Tom, ancora ignaro della verità sull'incidente. A pregare alle esequie di Gatsby vi parteciperanno solo lui, il padre di Gatsby e un ubriacone che si recava alle sue feste.  Nick si rende conto che l'Est non era quello che credeva, e svanito il mito della superiorità e della ricchezza dell'Est che lo esaltava, decide di fare ritorno a casa disgustato dalla realtà con cui si è trovato a vivere.

Già dal film ero rimasta colpita dalla figura di Gatsby, un uomo misterioso, ricco, anche se alla fine si scopre che la sua ricchezza è frutto di atti illeciti, in realtà si tratta di un uomo solo. Infatti sebbene organizzi feste molto frequentate, il funerale rivela la sua reale situazione: è un uomo solo che non ha lasciato il segno in nessuno, nemmeno Daisy, l'amore della sua vita, la donna per cui è morto, si è presentata a dargli l'ultimo saluto. Gatsby è un uomo che sogna, che spera, che ha provato un amore talmente grande, dal comprare una casa di fronte quella dell'amata, dal guardare ossessionatamente la luce verda emessa dal faro di Daisy, ha organizzato feste sperando che lei vi partecipasse, ma di tutto ciò cosa gli è rimasto? Niente, se non morire, anche se non direttamente, per mano di chi ha tanto amato.




 
Daisy è una figura negativa, frivola, vittima delle menzogne e delle relazioni del marito, è lei poi la prima a lasciar sperare in Gatsby un ritorno di fiamma, è lei a investire Myrtle e lasciar credere che ne è Gatsby il colpevole. Lei e il marito sono persone identiche, come dice l'autore "Era gente sbadata, Tom e Daisy – rompevano cose e persone e poi si ritiravano nei loro soldi e nella loro enorme noncuranza o qualunque cosa fosse che li teneva insieme, e lasciavano che fossero gli altri a pulire lo sporco che lasciavano.."Negativa è anche la figura di Jordan, una persona vuota, che nell'ultimo capitolo mostra ciò che è realmente, una donna senza spessore, durante l'ultimo incontro con Nick l'unica cosa che le interessa è dare la colpa a Nick della fine della loro relazione.Nick invece è l'eroe per eccellenza, è la voce narrante, un occhio modesto su tutta quella mondanità, è colui che vive in una piccola casa, che va alle feste solo per invito, che venuto a conoscenza di quanto frivola sia l'essenza di Tom, Daisy e Jordan decide non solo di non frequentarli più, ma di lasciare quella terra fatta solo di vanità. Feste, party, fuochi d'artificio, cantanti, balletti, champagne e dolci erano i protagonisti nella vita di Gatsby.. magari come dessert i baci di cioccolato, il dolce d'amore per eccellenza!



Ingredienti:

  •   120 gr di nocciole;

  •   100 gr di farina di mandorle;


  •   200 gr di cioccolato fondente;

  •  3 cucchiai di nutella.
Tritare grossolanamente le nocciole, mescolare la farina di mandorle, le nocciole e la nutella. Prendere una noce di composto, creare una forma arrotondata. Sciogliere a bagno-maria il cioccolato spezzettato. Immergere le palline nel cioccolato fuso con l'aiuto di un cucchiaio, metterli su un piatto foderato con carta forno. Lasciare indurire per una notte e buon appetito!



  


-La ricetta segreta

venerdì 28 marzo 2014

L'Essere Perdente: la chiave per il successo.


L’altra volta, leggendo alcuni studi di Jerome Kegan, un insigne studioso di psicologia infantile, ho scoperto che quest’ultimo è il fautore della teoria secondo la quale esistono quattro tipi fondamentali di temperamento: quello timido, quello spavaldo, quello allegro e quello malinconico. Concentrandosi sui bambini eccessivamente sensibili e timorosi, Kegan sostenne che questi sarebbero diventati dagli adulti timidi e paurosi. Discostandomi e risparmiandovi tutta la sperimentazione piuttosto tecnica dello studioso, ho subito immaginato lo scenario di un ipotetico perdente: un soggetto che è effettivamente vittima del suo stesso carattere forse non capito infondo nemmeno da se stesso e incapace di vivere la vita come tutti gli altri.
La storia è piena di perdenti, di sfigati e di soggetti che hanno fatto un salto dalle stelle alle stalle. Uno per tutti: Fabrizio Miccoli, il nostro caro ex-capitano. Praticamente la città era ai suoi piedi, lui era uno di quelli con il temperamento spavaldo.. tanto spavaldo da infangare l’onore ( l’onore vero, ovviamente ) di uomini come Falcone e Borsellino. E improvvisamente ecco: un nuovo membro del club “perdenti”. Ma quest’ultimo esempio è basilare per capire la differenza tra coloro che perdono il senno, fanno quell’investimento sbagliato, dicono quella parola di troppo..Insomma quelli che perdono tutto, e quelli che invece perdono per il semplice fatto di non aver mai provato. Non stiamo parlando di Chase Sampson,
quel concorrente del Chi-vuol-esser-milionario americano che ha fallito miseramente sbagliando la prima domanda: chi può veramente additarlo come “perdente"? Ha comunque provato, ha giocato, ed ha perso. Ho trovato una definizione perfetta tratta da “malomondo” di Giovanni Soriano: Il cosiddetto “perdente nato” non si qualifica tanto per a lunga serie di sconfitte collezionate nel corso del tempo, quanto per la propensione alla resa anticipata e l’inettitudine a lottare sempre fino in fondo. Adesso io mi chiedo:non sono veramente perdenti tutti quelli che credono in un sogno, hanno tutte le carte in regola per seguirlo, e gettano la spugna ancora prima di tentare? Un esame andato male all’università vale di più di una mancata iscrizione all’ateneo? Ha vinto quel soggetto che prende uno stipendo stellare in un lavoro che odia o quell’operaio che arriva a fine mese magari stentando ma coltivando il suo sogno? In effetti la classificazione tra “chi perde” e “chi SI perde” è sottile e spesso rischia di confondersi in una matassa.. ma una cosa è certa: chi non prova, ha già perso. Non conta arrivare ultimo in una gara olimpionica, stai già gareggiando con gli altri campioni del mondo e non sarai il più scarso, sarai soltanto l’ultimo classificato.E chi ha inventato il detto “ gli ultimi saranno i primi” in effetti aveva capito tutto dalla vita: non è che chi prende l’ultimo numerino d’attesa in salumeria sarà quello che effettivamente sarà servito per prima.. parliamo piuttosto di coloro che perdono e assaporano il sapore della sconfitta e trovano quella determinazione capace di farli per lo meno tentare un’altra volta. Nessuno dice loro che effettivamente vinceranno o saranno i primi.. ma sicuramente non avranno perso quell’occasione di tentare un’altra volta. Forse il sig.Kegan aveva ragione: fin da bambini ci troviamo a dover fare i conti con il nostro carattere. Chi troppo malinconico, chi troppo spavaldo, chi evasivamente sensibile e timoroso. Ma l’importante è accettare quello che si è, e non sentirsi diversi: nella vita c’è sempre una “gara” con gli altri ed è vero che spesso vincono i più spavaldi e sicuri di sé.. questo non vuol dire che gli “altri” non debbano competere con gli spavaldi: bronzo, argento e oro, sono tre leghe OTTIME e ben quotate in tutte le borse del mondo. Infine, per rendere l’idea del mio ragionamento, faccio le mie congratulazioni ai perdenti che si sono meritati l’oro: la squadra bolzanina EXCELSIOR che scendono sempre in campo con grinta ed energia e.. non vincono MAI! Ma a loro che importa? Giocano, si divertono, fanno sport.. chi dice che sono perdenti? Loro hanno vinto: sono in serie A, e quella A sta per “Ancora noi ci proviamo”!
-Stefano

mercoledì 26 marzo 2014

TU mi tradisci? IO ti rovino!!


Oggi miei cari lettori ho deciso di parlarvi del tradimento e del sentimento di vendetta che lo accompagna; perché diciamocelo nel momento in cui il nostro partner ci confessa di averci tradito  la prima cosa che ci viene in mente é" adesso te la faccio pagare". Ma ne vale veramente la pena? Partiamo dall' inizio...come facciamo a capire se il nostro compagno o la nostra compagna ci tradice? Diciamo che sono cose che ci si sente,poi credo che le donne abbiano un sesto senso ,ma ci sono segnali che ci portano a dubitare: innanzitutto l ' essere sfuggenti, quell' atteggiamento timoroso di chi ha paura di essere costantemente scoperto! Il tutto accompagnato molto spesso da irascibilita e nervosismi. Appena vedete questi primi segnali bisogna passare all' attacco e per farlo dovete cercare di avere accesso al fortino corazzato...IL CELLULARE! Chiedete di farvelo controllare,così a sorpresa e sono certa che qualcosa troverete....mi raccomando non tralasciate nulla whatsapp facebook messaggi e persino la rubrica possono esservi utili. E infine usate tutte le vostre armi per farli confessare,o almeno provateci! Dopo aver realizzato che tutti i vostri dubbi sono diventati una certezza....ecco che arriva la parte migliore. Niente vi farà sentire meglio per il torto subito ma sicuramente il perdono nn vi aiuterà più della vendetta. Quindi sfoderate tutte le armi nel cassetto e fategliela pagare,prendetevi qualche rivincita e se volete perdonare fatelo ma soltanto dopo averli fatti penare un po'. Prestate molta attenzione però ai traditori seriali....quelli sono i peggiori perdono il pelo e mai il vizio!


                                                   Federica 

sabato 22 marzo 2014

"Il ballo" con ventaglietti alla cannella



Questa volta la recensione riguarda un romanzo breve che ci narra la vita della quattordicenne Antoinette Kampf, figlia di Ebrei arricchitisi dopo un colpo fortunato alla Borsa.
Antoinette ha un cattivo rapporto con la madre Rosine, il cui unico interesse è quello di riuscire a far parte della società "di chi conta".Tutto il romanzo infatti si concentra sul ballo organizzato da Rosine il cui unico fine è quello di farsi conoscere dagli altri ricchi e di mostrare quanto splendore ci sia nella loro casa; con ricchezza di particolari viene descritta passo passo la cura dei preparativi, per cibo, fiori, orchestra, vestiti e inviti.Antoinette spera di far parte a quell'evento, ma la madre le brucia ogni entusiasmo dicendole che per quella serata non solo non parteciperà alla festa, ma trascorrerà la notte in uno sgabuzzino.L'amarezza e il cattivo rapporto con la madre la spingono a un gesto, si cattivo, ma frutto dell'esasperazione: Antoinette getta tutti gli inviti nel Senna dicendo alla madre invece di averli imbucati.Non è un libro che mi è particolarmente piaciuto, anche se riconosco che nell'esiguità delle pagine l'autrice riesce a trattare numerose tematiche: il conflitto tra madre e figlia genarato da due diversi modi di esternare le loro emozioni: Rosine è una madre fredda e distante, specialmente da quando è diventata ricca, Antoinette nel pieno della sua crescita invece vorrebbe avere una madre più presente e più affettuosa; il tema adolescenziale: vengono descritti i sentimenti e le emozioni di Antoinette fino al suo gesto di vendetta e la gelosia nel vedere la sua insegnante in compagnia di un uomo; la spasmodica ricerca di un'ascesa sociale: Irène Nèmirovsky sin dalle prime battute ci mette al corrente della nuova sistemazione economica e sociale della famiglia, il signor Kampf era prima un usciere della banca, poi un impiegato e infine si è arricchito tramite un investimento in borsa.
Per l'accostamento ho trovato "Ventaglietti alla cannella" di bella presenza ma estremamente facile nella realizzazione, magari anche lui l'unico dolce presente al banchetto della signora Kampf!!Arriva il giorno della festa, la casa freme, l'unica a presentarsi è la maestra di pianoforte di Antoinette, il cui invito le è stato dato di persona. Le battute finali si concentrano sulla disperazione di Rosine e sui suoi tentativi di capire quale sia il motivo per cui gli invitati non si siano presentati.

Ingredienti:


  • un rotolo di pasta sfoglia di forma rettangolare;
  • 3 cucchiai di zucchero;
  • 1 cucchiaio di cannella.
Prendere il rotolo di pasta sfoglia e aprirlo, cospargere con zucchero e cannella, con l'aiuto di un mattarello per fare aderire bene i granelli nella pasta.

Ripiegare le estremità verso il centro, e poi di nuovo su se stessi, infine sovrapporre la pasta in modo da ottenere otto strati.
1
2
3
Tagliare in piccole rondelle e infornare per circa 20 minuti a 180 °.

     
La vostra casa sarà avvolta da un odore intenso di cannella.. buon appetito!!


-La ricetta segreta

venerdì 21 marzo 2014

Supereroi

Non stiamo parlano di semplici eroi, di quelli che salvano il gattino su un albero o rincorrono un borseggiatore.. piuttosto parliamo di eroi "super", di quelli che ti cambiano la vita e ti rimettono in riga qualora ce ne fosse bisogno.. 
In effetti siamo circondati da "superpoteri-dotati": i nostri genitori, i nostri amici..a volte persino qualche sconosciuto. Stan Lee aveva ragione e la morale è sempre la stessa: " da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Quindi il problema non è se e come usarli, piuttosto quando?
D'altronde si sa: ogni volta che un papà rimprovera il figlio, quest'ultimo non lo degnerà con una medaglia come succedeva a Batman; se una ragazza rimette in riga il fidanzato questo non necessariamente farà la verticale per baciarla alla Spiderman e Mary Jane ; se un'amica ti perdona quando non te lo meritavi, non è detto che gliene sarai riconoscente come lo era Rogue nei confronti di Mystica che l'aveva adottata quando era da sola al mondo.
Gli esempi sono infiniti..
Questo perché il mondo è diviso tra chi ha un'innata propensione per il volontariato e chi invece non vuole ne chiede l'aiuto degli altri. La verità in fondo sta nel mezzo: eroi e antieroi, lo scisma dell'umanità.
Ma il vero potere dei nostri beniamini in calzamaglia e (spesso) gonnella è quello di aiutare senza destare alcun sospetto, senza cercare alcuna medaglia, bacio o gratitudine.. Aiutare il prossimo no-profit: senza fini di "lucro".
Starà a noi capire quando un eroe ha deciso di metterci i bastoni tra le ruote aiutandoci o forse semplicemente appoggiandoci lungo un viaggio alla scoperte di noi stessi, come potrebbe fare un papà o l'amico più fidato ma stavolta in "borghese". Come dicevo  non è facile da scoprire o spesso da accettare, perché nasciamo con la presunzione di essere i supereroi di noi stessi, gli artefici di un destino che non sta scritto, ma viene creato con la forza e il "potere" delle nostre decisioni. Ma la differenza non è poi così tanta: scalare un palazzo a mani nude o grazie a un passaggio di Superman.. dove sta la differenza? In fondo arriverai comunque in cima al grattacielo, e lo spettacolo sarà bellissimo. 
Certo un po' d'umiltà non fa mai male.. quindi impariamo a ringraziare i supereroi che ci circondano, perché in un modo o nell'altro veglieranno sempre su di noi.
-Stefano

mercoledì 19 marzo 2014

Con 24 mila baci!!!

E' inutile credo che la mia sia veramente una ossessione...ogni volta che entro in un negozio di trucchi la mia felicità raggiunge livelli altissimi, gli occhi brillano e cercare di mettere a freno l'istinto irrefrenabile di comprare tutto quello che mi colpisce è un'impresa piuttosto ardua!
E ciò che amo di più in assoluto sono MASCARA e ROSSETTI! Avere delle ciglia effetto vamp e labbra perfette,idratate e disegnate credo che sia fondamentale.
E poi trovo che questo sia un modo per rimanere anche  molto semplici ed essere pronte in pochissimo tempo.
Partiamo dal mascara... scegliere quello più adatto a noi è davvero difficile: detesto quelli che lasciano le ciglia appiccicate e dure nemmeno fossero finte,ma allo stesso tempo adoro l'effetto occhi di gatto. Dopo averne provati decine ho trovato quelli che più mi piacciono, ve ne consiglio tre in particolare:
- Collistar Mascara Infinito alta precisione,volume e curvatura;
- Pupa Vamp volume e lunghezza smisurati ;
- Essence I love Extreme super economico e dall'effetto pazzesco.



Passiamo adesso alle labbra, che devono essere sempre perfette si sa! allora per chi magari non sopporta rossetti o lucidalabbra sicuramente un balsamo può essere la soluzione...magari colorato e fruttato.
Per chi decide di osare un po' di più allora è il caso di dare sfogo all' immaginazione ovviamente mi raccomando di essere sempre adatte alla situazione.
Per il giorno io opto sempre per un effetto nudo. Uso una matita del colore del mio incarnato per disegnare il contorno e la sfumo anche all'interno e poi per rendere tutto un po' più brillante e le labbra più voluminose metto un velo di lucidalabbra trasparente. La sera invece adoro usare colori più decisi e vi confido che sono una fan scatenata del rosso e del bordeaux! Mi piace da impazzire ricreare il look un po' da geisha usando: eyeliner, tantissimo mascara e labbra a cuore intense e devo dire che il risultato è davvero di grande effetto! Le ragazze bionde possono usare molto i colori rosati e i toni del viola e le rosse possono sbizzarrirsi con tutti i toni aranciati.... E poi diciamoci la verità mettere un po' di mascara e un  velo di lucidalabbra è davvero sbrigativo e semplice ma vi permetterà di essere sempre impeccabili in qualsiasi momento!

 
Spero di esservi stata in qualche modo utile e ovviamente se qualcuna  ha qualche altro consiglio sono felicissima di ascoltarlo! Un abbraccio la vostra
-Federica   

sabato 15 marzo 2014

Mille splendidi soli

«Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri – Saib-Tabrizi.»

Sotto il cielo di Kabul, uno straordinario Hosseini dalla scrittura brillante e pungente, ci narra la triste vicenda di Mariam e Laila, due donne legate dal medesimo destino. Magnificamente diviso in tre parti, la prima sezione del libro è dedicata alla vita di Mariam, un "Harami", cioè figlia illegittima di un ricco uomo e della sua serva. Mariam vive con sua madre nella "kolba" una umile costruzione, la sua vita per i primi quindici anni viene scandita dall'attesa della visita del padre, ogni giovedi di ogni settimana. Sebbene la madre Nana l'avesse messa in guardia sulla reale anima del padre, Mariam vede in Jalil una sorte di eroe, per questo per il giorno del suo compleanno gli esprime il desiderio di trascorrere un pomeriggio con i suoi figli legittimi, certa che suo padre le assecondi ogni suo desiderio. Mariam attende quel giorno con ansia, ma quando capisce che il padre non verrà, si reca in casa del padre che rifiuta di ricerverla e le fa trascorrere la notte davanti il portone di casa.
Delusa e triste Mariam torna a casa, ignara che la madre, presa dalla collera per essere stata abbandonata dalla figlia, si è impiccata in un albero. Rimasta sola, Jalil la porta nella sua casa, qui trascorre pochi giorni, prima di essere messa al corrente dalle mogli di Jalil e da lui stesso di essere stata data in sposa al quarantenne Rashid. 
Mariam inizia così una nuova vita, si trasferisce a Kabul col nuovo marito, convinta che tra loro possa esserci col tempo una relazione amorevole, ma ben presto viene a contatto con la reale indole di Rashid, un uomo cruento, irrascibile che la rende vittima delle sue violenze.La seconda sezione del libro è invece dedicata alla figura di Laila, figlia di un professore e di una donna depressa, in attesa dell'arrivo dei suoi figli mandati in guerra. Laila è legata da sempre da una sincera amicizia con Tariq, che col passare degli anni si trasforma in amore.
Le condizioni precarie di salute del padre di Tariq, lo costringono insieme alla famiglia ad abbandonare il paese, ma il giorno prima di salutarsi lui e Laila trascorrono la notte insieme.
Laila trascorre i giorni presa dalla tristezza, nel frattempo invece il padre di Laila è riuscito a convincere la moglie ad abbandonare anche loro il paese diventato ormai un luogo di morte.
Arriva per Laila e la famiglia il giorno della partenza, quando un razzo colpisce la sua casa, privandola per sempre dei suoi genitori.Rimasta ferita dalle schegge, Laila viene trovata e portata in casa da Rashid e Mariam che si premurano di soccorrerla e accudirla. Mariam capisce subito le reali intenzioni di Rashid: prendere Laila in casa come sua seconda moglie. Laila sa di essere rimasta incinta di Tariq, capisce che vivere in quella casa è l'unica speranza di salvezza per la bambina che porta in grembo, accetta quindi la proposta dell'uomo, decisa a fargli credere qualche mese dopo che la gravidanza è frutto della loro unione.
  

Inizia così l'ultima parte del libro, la più triste ma al tempo stesso la più commovente: la convivenza tra Mariam e Laila. Inizialmente tra le due donne non si instaura un bel rapporto, soprattutto perchè Mariam vede in Laila una nemica, e anche perchè Rashid riserva tutte le attenzioni per lei e per il bambino che ha in grembo. L'equilibrio tra loro viene a mutare quando Laila partorisce una bambina, Aziza, deludendo le aspettative di Rashid d'avere un erede maschio. Iniziano allora le violenze anche su Laila ma al tempo stesso migliora il rapporto con Mariam, poichè quest'ultima capisce che anche lei è ora vittima delle violenze.
Insieme progettano di fuggire da quella casa, e quando sono ad un passo dal riuscirvi, un uomo le denunzia alle forze dell'ordine, riportate in casa dal loro padrone, vengono picchiate e rinchiuse per qualche giorno.Passa il tempo e Laila rimane di nuovo incinta, questa volta di un bambino, Zalmai, che con il tempo diviene complice delle angherie del padre.Kabul ora è sotto il regime dei Talebani, nel mentre in seguito ad un incendio la bottega di Rashid viene distrutta e nella casa inizia ad arrivare la fame e la disperazione. Decidono allora di portare Aziza in un orfanotrofio, fingendo che la bambina fosse orfana di padre, certi che almeno lei avesse qualcosa da mangiare.Laila soffre atrocemente per la lontanza della bambina, e pur di vederla, si reca da lei tutte le volte che può, eludendo le disposizioni Talebane che vietavano a una donna da sola di percorrere le vie.
Un giorno nella strada di ritorno, dopo una breve visita ad Aziza, vede con immenso stupore davanti la porta della sua casa Tariq, l'uomo di cui lei è sempre rimasta profondamente innamorata e su cui tempo fa era stata informata che era morto durante la sua fuga da Kabul. Laila e Tariq iniziano a vedersi e lei capisce che le informazioni errate che le erano state date, erano state impartite da un uomo messo al servizio da Rashid.
Purtroppo però Zalmai, sempre più legato al padre, gli racconta dell'incontro tra Laila e Tariq, e quell'uomo di nuovo preso dall'ira, tenta di strozzare Laila. Questa volta però Mariam, timorosa che la stesse uccidendo,picchia Rashid e lo uccide.Prese dallo spavento nascondono il cadavere, ma Mariam prega Laila di fuggire con Tariq e i bambini, dicendole che sarà lei a sacrifarsi: si recherà alla polizia confessando di essere colpevole della morte di Rashid, in seguito verrà fucilata.Laila, Tariq e i bambini riescono a fuggire, vivono per qualche tempo in Pakistan, dove conducono la vita sicura che hanno tanto desiderato, ma Laila sente di dover tornare nei luoghi dove è vissuta Mariam. Qui scopre che Jalil, il padre di Mariam, le ha lasciato un lascito, con il quale Laila e la sua famiglia fanno ritorno a Kabul, dove nel frattempo il regime talebano è stato attaccato dalle forze americane, si respira un'aria di pace. Laila con i soldi decide di ristrutturare l'orfanotrofio, è di nuovo incinta, e sa già se sarà femmina quale nome avrà.
"Mille splendidi soli" è un capolavoro con il quale l'autore riesce a trasportarci nelle vie di Kabul.

Leggendo mi sono sentita partecipe delle vite di Mariam e Laila, con loro ho sofferto per la morte dei genitori, per loro ho patito la violenza di Rashid, ho sentito l'umiliazione nel dover girare per le vie con il burqa sul viso, ho sperato per loro nei tentavi di fuga, ho pianto per la morte di Mariam e sorriso per la nuova vita nel grembo di Laila. E' un libro meraviglioso ma al tempo stesso devastante, perchè la vicenda di queste due donne è la reale vita di molte altre. Con straordinaria efficacia vengono trattate numerose tematiche: è sicuramente un libro di cronaca, descrive l'atroce guerra in Afghanistan, il regime Talebano con le sue assurde leggi, ci rende partecipi di quale sopportazione, umiliazione e sottomissione le donne di quel paese sono ancora costrette. Tutto ciò per noi è solo immaginazione, per loro è vita quotidiana.Mi sono meravigliata di quanto grande sia la speranza che hanno, certa che nei loro panni mi sarai lasciata sopraffare. Il sentimento di amicizia quasi di amore fraterno che lega le due donne è immenso, hanno trovato la forza di condividere la stessa casa, consapevoli di quale fosse il ruolo di entrambe, la speranza nei tentativi di evasione, consapevoli di quali violenze e sorprusi sarebbero state vittime in caso non ci fossero riuscite, l'atto di amore di Mariam nel sacrificare la propria vita, dandosi alla morte pur di proteggere Laila e la sua famiglia, e la forza di ricominciare in Laila, proprio in quel paese che l'ha privata dei genitori, della libertà, per un lungo periodo dell'amore di Tariq e infine, per sempre, di Mariam. 
Lo consiglio a tutti, è un libro che fa riflettere, io adesso mi preparo a leggere il "Cacciatore di Aquiloni"! 


Trovare un dolce da accostare non è stato facile, ho pensato a qualche dolce tipico di quei luoghi ma non ho trovato nulla, ho pensato allora ai Cantucci, tipico biscotto toscano, un biscotto croccante, che fa eco alla durezza della vita e alla violenza, la dolcezza della mandorla invece è la speranza, è l'amore nei figli, l'amicizia tra le due donne e la voglia di ricominciare.
Ingredienti:
  • 250 gr di farina 00;
  • 200 gr di zucchero;
  • 2 uova;
  • 2 cucchiai di aroma anice;
  • mezza bustina di lievito;
  • un pizzico di sale;
  • 150 gr di mandorle spellate intere.
Per spellare più facilemente le mandorle consiglio di metterle in acqua bollente per un minuto.
Unire la farina, zucchero, sale, uova, aroma, lievito e infine le mandorle.


Lavorare velocemente tutti gli ingredienti, formare dei rotoli di circa 2 cm, metterli in una teglia foderata di carta forno per 25-30 minuti a 150°.  Sfornare i rotoli e tagliarli in fette da 1,5 cm circa.
Disporre i biscotti nuovamente sulla teglia e farli dorare da entrambi i lati per 10 minuti complessivi. 

-La ricetta segreta


venerdì 14 marzo 2014

Quartet.


Sto parlando del primo film diretto da un certo Dustin Hoffman, uscito nel 2012, realizzato grazie alla partecipazione di tantissimi tenori e musicisti in pensione. Avevo sentito parlare di questo film, e finalmente SKY ha deciso di trasmetterlo nei suoi canali.
Maggie Smith
Personalmente l’ho trovato delizioso: intanto perché i protagonisti della storia, sono simpaticissimi e diversissimi tra loro. C’è il sig.Reginald con la sua aria cupa, il suo alone di mistero e la definitiva calma; la simpatica e irriverente sig.ra Cissy, affetta da demenza senile in cerca continua della borsa che lascia da tutte le parti e con una dolcezza fuori dal comune; quel mattacchione del sig.Wilfred che adesca ancora ragazzine, urla parolacce senza badare agli altri e usa ogni albero come toilette; e infine la diva di tutti i tempi poco rassegnata agli acciacchi della vecchiaia e alla sedentarietà della casa di riposo: la sig.ra Jean, interpretata dalla magistrale Maggie Smith. Non mi soffermerò troppo sulla storia, vi dirò solamente che è molto semplice e spicciola, non per questo banale o tediante: molto simpatica piuttosto, frizzante e a tratti molto commovente.La vera caratteristica della pellicola è data dalla capacità dell’opera ( che in realtà è teatrale: il film ne è una trasposizione cinematografica) di intrecciare le vite di due innamorati: il burbero sig.Reginald e la dura sig.ra Jean, due personaggi molto diversi tra loro reduci da un matrimonio durato appena 9 ore. Nessuno dei due avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbero trovati a convivere nuovamente sotto lo steso tetto, per giunta quello di una casa di riposo. Ma la vita è così imprevedibile: ed ecco che rifornirà l’occasione per questi due veri innamorati di parlare e risolvere quei problemi e quelle incomprensioni che distrussero quel matrimonio che aveva visto l’unione di due grandi tenori dell’opera lirica.Come ho già detto, la casa di riposo Beecham House ospita soltanto musicisti e cantanti lirici in pensione, quindi non vi desterà stupore sentire tra una scena e l’altra opere senza tempo interpretate da leggende come Luciano Pavarotti o Carlo Maria Giulini e tutto questo per celebrare il compleanno di Giuseppe Verdi con la scusa di raccogliere fondi per mandare avanti la casa di riposo.
Un consiglio? Vedete questo film, magari con tutta la famiglia: non ve ne pentirete. E guardatelo fino alla fine e specialmente i titoli di coda nei quali vi sono le foto e le carriere dei protagonisti della pellicola.Il mio voto: 7/10.
-Stefano

mercoledì 12 marzo 2014

Prova Bikini: MODE ON!!!


Miei cari lettori buongiorno, eccoci qui ,in men che non si dica siamo arrivati a Marzo e la primavera è alle porte. Diciamoci la verità non vedevamo l'ora. Basta con pioggia,freddo e giornate grigie. Ma siamo davvero pronti? Anche l'estate è vicina e noi ci stiamo preparando nel modo giusto?
Non è mai troppo presto per pensare a come rimetterci in forma....meglio fare le cose con calma anzichè affannarci con rimedi drastici dell'ultimo minuto!
Io ho deciso di prepararmi fin da ora alla tanto temuta e attesa prova costume. Innanzitutto vorrei che partiste dal presupposto che bisogna sentirsi bene con se stessi ma sicuramente i chili di troppo sono sempre motivo di malessere,sfido chiunque a dire il contrario!!.
Da qualche mese ormai ho deciso di stare molto attenta a ciò che mangio cercando di ridurre il più possibile i cibi grassi e poco salutari. Più che di una dieta si tratta di una corretta alimentazione: mangio molte verdure,frutta,sto molto attenta ai condimenti prediligendo quelli leggeri e ho abolito nel modo più assoluto il cibo spazzatura. Se proprio devo concedermi un momento di piacere preferisco farlo con una buona pizza genuina ogni tanto e non da Burger King! Credetemi già solo questi piccoli accorgimenti danno ottimi risultati. Io ho deciso però di dedicarmi un po' anche allo sport. Non sono mai stata una persona molto sportiva ma condurre una vita sedentaria è davvero deleterio. Palestra,piscina,corsa tutto è perfetto,ma con queste belle giornate io adoro camminare all'aria aperta! Evitate di prendere l'auto per qualsiasi cosa,perfino per andare a comprare il pane dietro l'angolo, camminate,ammirate la vostra città respirate e fatevi illuminare dal sole. Siate costanti, perseverate e vedrete che i risultati arriveranno e soprattutto vi sentirete meglio con voi stessi. E poi personalmente durante i pomeriggi di studio sento la necessità di svagarmi e scaricare la tensione e parliamoci chiaro lo sport è l'unico rimedio possibile.
Ma non è finita qui....corretta alimentazione e sport non bastano.
Vi prendete mai cura della vostra pelle e dei vostri capelli?! I cambi di stagione colpiscono anche loro, ma molto spesso li trascuriamo e non prestiamo loro le corrette attenzioni. Io sulla pelle uso l'olio d' argan che è un ottimo idratante e lascia il corpo morbidissimo e anche piacevolmente profumato e mi raccomando ogni tanto fate uno scrub per esfoliare,purificare e depurare la cute dall'azione del tempo,dagli inestetismi e dai radicali. Per il viso mi raccomando struccatevi sempre prima di andare a letto,usate un buon detergente e una volta a settimana io uso una maschera all'argilla che devo dire è miracolosa. Per quanto riguarda i capelli il segreto sta nei prodotti usati. Evitate shampi troppo pesanti e prediligete quelli più naturali,usate maschere ristrutturanti magari alla cheratina e prima di asciugarli mettete un po' di semi di lino o di cristalli liquidi per renderli più luminosi. Spero di esservi stata d'aiuto,questi sono i piccoli accorgimenti che io adotto per prendermi cura di me e magari vi troverete bene anche voi. "Mens sana in corpore sano" Giovenale ci ha lasciato un precetto che tutti dovremmo seguire alla lettera perchè si sa,per stare bene dobbiamo prenderci prima di tutto cura di noi stessi!!!!
 -Federica  

lunedì 10 marzo 2014

Il Bastian Contrario

Morte all' "8 Marzo"

Questo sabato 8 Marzo mi sono venute in mente una serie di domande che vorrei fare a tutte le donne che vivono in Italia oggi: ma che senso ha nel 2014 la festa della donna? Qual è il messaggio dietro la mimosa? Basta seriamente un giorno di "celebrazione" per dimenticare che nel vostro paese siete cittadini di serie b?Figlio di una madre che ha sempre lottato per la sua emancipazione e i suoi diritti di donna, ma soprattutto per il rispetto dei propri diritti di cittadinanza, non riesco a capire come la nuova generazione di donne che parte da una situazione di indubbio vantaggio rispetto a quella precedente, che ha dovuto costruire la posizione sociale di partenza dalla quale le donne di oggi partono, possa accettare di vivere in una società più maschilista e con meno opportunità di quella di trent'anni fa. Non riesco a capire,e probabilmente non posso farlo,come si possa sopportare di vivere in questo paese in silenzio e senza provare a cambiare le cose.

Le nostre mamme hanno lottato con le unghie e con i denti per il diritto all'aborto, al divorzio, hanno lottato per un'istruzione equa,per avere le stesse opportunità degli uomini,hanno vinto nelle loro battaglie di piazza e nelle aule parlamentari,ma forse hanno perso la sfida più grande: formare donne altrettanto combattive e consce che in un mondo di uomini le donne devono sempre rimanere vigili in difesa dei loro diritti.Il grande movimento femminista italiano è morto con la fine delle  battaglie referendarie del 1974 e del 1981,da allora nessuna compagine organizzata a difesa dei diritti delle donne si è più formata o è stata degna di nota alle cronache nazionali,in questo silenzio imbarazzante,lentamente tutte le libertà conquistate sono state silenziosamente svuotate senza che nessunA aprisse bocca...Partendo dalla libertà sessuale  e di aborto che tanto faticosamente si è riusciti ad affermare.Oggi quest'ultima è in sostanza negata dall'abuso, a mio parere ai limiti della legalità, dell'istituto della obiezione di coscienza che nel nostro paese  sfiora la percentuale assurda e inaccettabile del 70% dei medici attualmente in servizio (il Consiglio D'Europa ci condanna dichiarando che una percentuale così  elevata di fatto impedisce l'applicazione della legge sull'interruzione di gravidanza); se c'è una legge che permette ad una donna di scegliere di interrompere una gravidanza o di poter chiedere la prescrizione di un anticoncezionale perché un medico, dipendente del servizio pubblico nazionale, sottoposto come tutti i cittadini alla legge, senza nessuna conseguenza, può rifiutarsi di prescrivere il farmaco o praticare l'aborto e quindi imporre la propria volontà in un momento in cui l'unico soggetto che dovrebbe decidere nel merito è la donna che si deve prestare alla terapia? Oggi in Sicilia, secondo un'inchiesta dell'Espresso, quattro medici su cinque sono obiettori di coscienza; mi spiegate in che modo nella mia regione sarebbe tutelato il diritto all'aborto di una donna?...Siciliane sveglia!Altro punto ancora più drammatico sulla situazione femminile riguarda gli enormi passi indietro nel campo della parità di trattamento sul posto di lavoro.In Italia il numero di laureate supera di quasi 10 punti percentuale quello dei laureati, ma ciò non garantisce alle donne di ricevere lo stesso trattamento dei colleghi dottori. Il tasso di occupazione delle neolaureate rispetto a quello dei neolaureati ribalta il rapporto precedente. Un neolaureato ha il 10% di possibilità in più di una neolaureata di trovare un posto di lavoro, solo per il fatto di avere un pene! E sempre a causa di questa clamorosa differenza, che apparentemente donerebbe a noi uomini una predisposizione al lavoro superiore, un neolaureato appena assunto guadagna in media il 32% in più della sua collega anch'essa neolaureata (1220€ rispetto a 924€). Ovviamente queste discriminazioni proseguono durante tutto l'arco della carriera professionale di una donna, dalla non presenza nelle posizioni apicali di grandi società, ai licenziamenti causa maternità ecc.Ma anche in questo caso nessuna manifestazione, nessuno sciopero, niente di niente...Ultima ma non meno importante: la situazione che attiene al sentimento di insicurezza che cova nel cuore delle nostre concittadine ed il ritorno alla visione di una donna più regina del focolare domestico e moglie fedele.La nuova generazione di donne, le nostre coetanee, sono tornate in forza ai lavori domestici: senza togliere importanza alle casalinghe italiane, questo per una visione paritaria della società è un tremendo passo indietro. In Italia ci sono 5 milioni di casalinghe, e più di 800.000 hanno meno di 35 anni, e nel solo Sud Italia si trovano più della metà del dato nazionale. Anche se il numero di casalinghe è diminuito dal 2004 del 5%, se parametriamo questi dati con quelli europei, la figura del Bel Paese non è delle migliori. 
Il dato delle donne inattive è quattro volte superiore rispetto a quello degli altri paesi europei, per non parlare del tasso di occupazione tra la popolazione attività che non arriva neanche al 50%! In sostanza le nostre mamme sono riuscite ad uscire dalle cucine per entrare nelle fabbriche e negli uffici, mentre le nostre compagne di scuola e di università ci tornano allegramente e fischiettando!Finalmente rimane l'ultimo vero e grande scandalo della situazione femminile odierna che, come finora si può desumere, non è per niente rosea (il colore che più si approprierebbe alla circostanza è il marrone), cioè quello della violazione dei diritti costituzionalmente tutelati della sicurezza e della uguaglianza sostanziale che oggi il vostro Stato non vi garantisce.Vorrei ricordare che proprio l'8 Marzo appena passato (come se negli stati schiavisti del sud degli USA ci fosse stata la festa dei "niggers", visto lo status di cittadini di serie b a cui voi donne oggi siete relegate), tre donne sono state uccise dai propri compagni solo per il fatto di averli lasciati, e che se il numero di femminicidi serve solo per propaganda, il numero  di violenze che hanno come vittime donne è sempre più rilevante, dimostrando lo squilibrio tra i rapporti di genere nel nostro paese. Oggi in Italia chi nasce donna,nasce discriminata. Una donna in Italia oggi ha meno possibilità di un uomo già al momento della nascita. Oggi essere donna in Italia vuol dire essere sempre un passo indietro agli altri sul posto di lavoro, perché contemporaneamente per essere una donna "vera" socialmente accettata deve essere madre, regina della casa, badante per gli anziani della famiglia, e alla sera anche un'amante appassionata per il proprio compagno che torna a casa dal lavoro e si toglie i pantaloni. Oggi per una donna non viene rispettato il principio costituzionale di uguaglianza sostanziale che sacro è sancito dall'art 3 della nostra Carta.
La Costituzione dice espressamente:"tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,senza distinzioni di SESSO,di razza,di lingua,di religione,di opinioni politiche,di condizioni personali e sociali".Ma soprattutto che:"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,che,limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini,impediscono il pieno sviluppo della personalità umana(...)".Donne,oggi vi è negato tutto questo. Se la sera non uscite da sole perché temete per la vostra vita solo ed esclusivamente perché siete delle donne, se temete di vestire come desiderate perché non volete attirare l'attenzione di qualche uomo malintenzionato, se non fate figli perchè avete paura di un licenziamento..Tutto questo è una violazione dei vostri diritti costituzionali.Se vi private di alcune parti della vostra vita in ragione del vostro sesso, non state lottando per il vostro diritto sacrosanto ad avere le stesse opportunità e le stesse libertà dei vostri concittadini uomini.Perché io posso uscire la sera e tornare a casa solo senza timore mentre una donna no?Soprattutto perché accettate tutto questo?! Perché limitarsi a sopravvivere in una società che vi vuole serve quando avete tutti i diritti di manifestare la vostra forza e intelligenza?Perché avete scelto la strada della subordinazione?Vi aspettate che siano gli uomini a lottare per la vostra emancipazione? Vi aspettate che siano gli uomini a "concedervi" la libertà? Come se sia una cosa a nostra disposizione?La verità è che la parità tra generi non è una cosa che si può istituire con una legge ma è frutto di un lungo processo di metamorfosi sociale e culturale, fatto di lotta e sudore, e mie care amiche siete le uniche che possano mettere in moto questo meccanismo e spezzare le vostre catene.Vi do un consiglio...leggete la Lisistrata di Aristofane...

sabato 8 marzo 2014

La Ricetta Segreta



"La signora delle camelie" al sapore di mele.

                             

Disse Marguerite: "Sono stanca, insomma, di veder sempre gente che viene a chiedermi la stessa cosa, che mi offre denaro e con questo crede di essere a posto. Se quelle che intraprendono il nostro vergognoso mestiere sapessero di che cosa si tratta, preferirebbero diventare cameriere. Ma no; l'ambizione di avere vestiti, carrozze, gioielli, ci travolge; si crede a quello che si sente dire, perché la prostituzione ha una sua fede, e a poco a poco ci si logora il cuore, il corpo, la bellezza." - La signora delle camelie – Alexandre Dumas figlio. Lettura che lascia un alone di tristezza, narra l'infelice storia d'amore tra le vie più lussuose di Parigi del 1848 tra un giovane avvocato e una cortigiana.
Un amore contrastato dai dettami della società, vittima di stereotipi e pregiudizi, la protagonista Marguerite Gautier è una cortigiana che inizialmente viene presentata come colei che ama il lusso e i gioielli, passeggiare in carrozza alle Champs-Elysees e andare al teatro, ed è proprio qui che l'avvocato Armando Duval se ne innamora a prima vista. Marguerite, la compagna di un Conte, protetta da un Duca che vede in lei l'immagine della figlia scomparsa, si innamora anche lei di Armando, e insieme, lontano dallo sfarzo e dai vizi di Parigi, vanno a vivere tra le colline di Bougival, dove tra la semplicità della campagna, il loro amore tocca le vette più nobili ed elevate. Quando la serenità sembra fare fissa dimora nelle loro vite, ecco che la storia viene turbata dal padre di Armando, uomo austero, che di nascosto fa visita a Marguerite per convincerla a lasciare il figlio, poiché la relazione di Armando con una cortigiana sta macchiando l'onorabilità della loro famiglia e sta mettendo in bilico anche l'imminente matrimonio della figlia.
Marguerite per amore di Armando lo lascia senza spiegargli la reale motivazione, e torna nuovamente alla vita dissipata di prima, convinta che tutti gli eccessi possano farla morire velocemente e toglierle la sofferenza dell'amore finito.
Armando invece venuto a conoscenza della vita e delle nuove compagnie di Marguerite, decide di diventare l'amante di una nuova cortigiana ed entrambi non evitano di calunniarla anche pubblicamente.
Marguerite si ammala gravemente, e le maldicenze che Armando le infligge la conducono ad una sofferenza tale da causarle la morte. Il libro termina con il pentimento di Armando che solo leggendo il diario di Marguerite scritto alla fine dei suoi giorni capirà il perché della fine del loro amore, e il nobile atto della donna.
Romanzo affascinante, adatto a chi è capace di vedere al di là dei pregiudizi, a chi crede che nella vita, qualunque sia il passato che si è trascorso, può esserci sempre la possibilità di cambiare, infatti quella di Marguerite è la storia di una redenzione: figlia di una cortigiana, vive una vita di capricci e orgie, ma l'amore di Armando la cambia talmente tanto che le sue ultime azioni la rendono una vera e propria eroina che per la felicità altrui arriva a privarsi di chi ama, fino alla morte.
Storia che ha preso spunto da una donna realmente esistita, la cortigiana di Luigi Filippo, e che ha ispirato la Traviata di Giuseppe Verdi.


Leggendo ho immaginato Marguerite in una delle sue passeggiate, sedere in un Café, magari proprio alle Champs-Elysees e in dolce compagnia, gustare una fetta della rinomata torta Francese Tarte Tatin.
Per realizzare occorre:
una confezione di pasta sfoglia rotonda;6 mele golden;140 gr di zucchero (va bene anche lo zucchero di canna );3 cucchiai di acqua;qualche goccia di limone;una noce di burro.
Sbucciare le mele, privarle del torsolo, e tagliarle in quattro parti.Mettere in un pentolino lo zucchero, l'acqua e le gocce di limone, lasciarle sulla fiamma per qualche minuto finché il liquido non inizierà ad imbrunirsi e lo zucchero si sarà totalmente sciolto. Prendere una teglia, io ho utilizzato quella di diametro 22, ma volendo si può usare anche da 24, imburrarla, mettere il caramello caldo e disporre le mele. Prendere la sfoglia e coprire totalmente le mele, facendo attenzione ai laterali.






Fare dei fori con la forchetta per evitare che la sfoglia gonfi eccessivamente, mettere in forno preriscaldato a 180° per mezz'ora circa.Appena sfornata la vostra casa sarà invasa da un dolce profumo di mele! Lasciare raffreddare e buon appetito!!