Leggendo vari blog e articoli più o meno noti, sono venuto a conoscenza del fatto che i più grandi uomini della storia e della società odierna hanno sempre amato la lettura: Steve Jobs, Johnny Depp, Kate Moss.. oltre, ovviamente, ai più grandi scrittori che sono cresciuti tra polverosi scaffali di una biblioteca e hanno reinventato la letteratura contemporanea. Penserete mica che sia un caso? Certo che no, questo perché la lettura ci rende più creativi, più acuti, brillanti.. anche affascinanti. Tra le righe di un qualsiasi libro anche il più banale si nascondono delle perle che possono assolutamente tornarci utili in una conversazione per un colloquio di lavoro, per raccontare un aneddoto della vita di tutti, o semplicemente per attaccare bottone con il tipo/la tipa del bar.
E non dovete credere che dietro alle lettura non si nasconda del sano divertimento: fondare un club e commentare il libro della settimana può essere un’ottima occasione per allargare la cerchia delle tue amicizie unendo l’utile al dilettevole. Per non parlare della incredibile conoscenza che ci trasmette: le storie più note dei romanzi non sono altro che una rappresentazione dell’altra storia, quella che ci siamo lasciati alle spalle o che per forza maggiore non abbiamo nemmeno vissuto.
Quindi fatevi un regalo, un favore.. Leggete. Anche se non vi va, non potrete mai rimpiangere il gusto di leggere un buon libro a letto, tra il caldo delle lenzuola e il tepore della notte.. e non sarà mai stato un inutile spreco di tempo. Tutto quello che i vostri occhi avranno memorizzato vi tornerà sempre ( e per sempre) utile.
In conclusione, ho pensato che sarebbe stato carino consigliarvi le letture che ho sempre preferito( fino ad oggi)..magari qualcuno di voi potrà trarne ispirazione e insieme potremmo commentarne le reciproche esperienze di lettura:
- "Le idi di marzo", di Valerio Massimo Manfredi.
- "La solitudine dei numeri primi", di Paolo Giordano.
- "L'ipnotista", di Lars Kepler.
- "La famiglia Winshaw", di Jonathan Coe.
- "L'amore ai tempi del colera", di Gabriel Garcìa Màrquez.
-Stefano.
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