New York Addicted.
Luci perenni, colori accecanti, spintoni.. no, non sto per raccontarvi la mia esperienza in un rave party, ma della mia capatina a New York.La zia di mia madre era una emigrata dell’età pionieristica degli anni ’60 o giù di lì. Ai tempi lei e suo marito emigrarono per cercare un lavoro sicuro visto che in italia ( e men che meno in Sicilia) stavano patendo la fame. La loro intenzione non era di restare e piantare radici, ma quando gli anni passarono e i loro figli cominciarono a chiamarli “dad” and “mam”, allora capirono che la loro vita era stata travasata in un vaso un po’ più grande chiamato “ continente”. Quando per la prima volta ho potuto fare il mio viaggio intercontinentale, non avrei mai pensato che i miei zii, che avevano ormai dei figli e dei nipoti miei coetanei, parlassero così bene il siciliano: per certi versi è stata una benedizione, non credo che avrei retto per un mese a parlare sempre una lingua che non m’è familiare, d’altro canto la cosa mi divertì parecchio. Immaginatevi di parlare nel centro di Times Square, in mezzo a uomini che concludono affari a nove zeri e top-model di Vogue con i vostri parenti e in siciliano-stretto: uno spasso. Tecnicamente gran parte di loro viveva nel New Jersey, ma per mia fortuna qualcuno a New York, ed ecco come ho potuto fare avanti e indietro dai vari ponti che collegano l’isola di Manhattan con il resto del mondo. Non credo di poter parlare delle vere abitudini di un americano doc perché vivevo con degli ex-siciliani, questo vuol dire che a pranzo non m’è mancata la pasta con salsa e melanzane e caffè espresso a tutte le ore; tuttavia ho classificato qualche loro caratteristica che sicuramente distingue molto la loro vita dalla nostra:
- Ma come si vestono? Ecco, una delle cose che maggiormente salta all’occhio è l’abbigliamento. Mi chiedo: ma se un uomo medio porta la M, sebbene le nostre taglie e le loro siano diverse, perché portare indumenti 4 o 5 volte più grandi? Inizialmente addirittura credevo che stessero indossando delle tuniche, come dei prendisole che si usano soltanto d’estate. Per le donne non c’erano grandi differenze, ma per i ragazzi tutta un’altra storia. A cominciare dai boxer: posso capire abitudini e storie diverse, ma mi dovranno spiegare cosa ci trovino di comodo in quei bermuda sotto i pantaloni. Non sono proprio delle mutande! E’ come sei io normalmente la mattina sotto i pantaloni decidessi di indossare diciamo un costume bermuda: adesso avrete capito.
- Cibo. Beh, io sono un “american inside”. Per me il cibo era perfetto. Vero è che 4 anni fa pesavo 20 kg di più, ma sono quasi certo che l’America abbia contribuito parecchio alla mia silhouette. La mattina si mangiano salsicce, uova, bacon.. e devo dire che anche a casa dei miei parenti, ex mangiatori di sfingi ala ricotta e pezzi di rosticceria, questa usanza viene osservata. Non so quale reazione chimica faccia breccia nei loro stomachi e palati tale da fargli smuovere questo “appetito mattutino”. Sarà che lì hanno degli orari completamente stravolti dai nostri: la mattina colazione super calorica, pranzo spicciolo consumato rapidamente a mo’ di spuntino con la tavola priva di tovaglia,infine si cena come si deve. Niente a che vedere con le nostre abitudini: per noi la mattina c’è il dolce, come una merendina mulino bianco o le gocciole pavesi, oppure uno yogurt, un thè caldo o latte con cereali; a pranzo PASTA e non si discute:è importante.
- Moda. La prossima volta che vedrò una persona elegante passeggiare per le vie del centro con una borsa semi-firmata e un foulard colorato le dirò: “senta, ma si sente uscita dalla copertina di Vogue?”. Purtroppo necessitano certi tipi di rimproveri quando a Times Square vedi camminare la gente. Non ho rivisto in nessun’altra città ( salvo forse a Parigi) certe griff nei capi delle persone. Basta fare una passeggiata nel cuore della 5th avenue per capire che New York è moda. Stiamo parlando di una passerella continua che si intreccia per le vie della città tra gli scatti dei turisti che si improvvisano paparazzi e tra il background unico che soltanto New York può offrire.
E’ una città “nuova” nel senso che non vanta di una storia artistica plurisecolare come la nostra bellissima Capitale, tuttavia gli architetti più importanti del mondo si sono dati da fare e devo dire che hanno fatto davvero un buon lavoro. Personalmente le attrazioni che ho amato di più sono: l’Empire, la Statua della Libertà e il Chrysler building. Ho fatto una piccolissima, striminzitissima, banalissima cernita perché le cose da vedere ci sono e sono tantissime e non basterebbe un post forse nemmeno tutto il blog per poterne parlare. Vi chiederete il perché di questa scelta..L’Empire per lo spettacolo mozzafiato che offre: ho avuto la fortuna di poter salire fino all’86esimo piano sia di giorno che di notte e le differenze sono abissali. Se di giorno, sotto il tepore dei caldi raggi di un sole che vi sembrerà vicino quasi da toccare, resterete ammaliati dallo splendore
Spettacolo diurno. |
Spettacolo notturno. |
meravigliarci quando aprano un piccolo parco laddove non sono riusciti a creare un posteggio. E non potrete non fare un salto alla bellissima cattedrale metropolitana di San Patrizio, un bellissimo monumento neogotico situato proprio nella lussuosissima 5th avenue e vicino al Rockefeller Center pieno di edifici commerciali. E poi il Metropolitano Museum of Art, l’American Museum of Natural History, la New York Public Library e altri edifici dove poter conoscere, imparare, e leggere sono tutti presenti tra le enormi strade della grande mela, che aspettano soltanto di essere visitati, immortalati con una polaroid o semplicemente di poter ospitare qualche passante per un riposino tra i loro monumentali ed enormi scalinate.E poi c’è Times Square, c’è Broadway.. non credo che sia necessaria una mia presentazione: LORO sono New York… Cosa altro dire? Ho avuto la fortuna di poter andare due volte volte in America e poter vedere New York più volte durante questi due viaggi, ma in nessuna delle mie visite alla city posso dire di essermi sentito soddisfatto o sazio. Perché New York è un cibo prelibato, sofisticato che non va gustato o assaporato perché sarebbe un peccato mangiarlo..mai vi potrete dire “sazi” di una città così bella e potente. Ogni volta che ( spero per voi) ci andrete e ritornerete, sentirete l’esigenza e la voglia di doverci ritornare e ritornare ancora.
-Stefano.
Nessun commento:
Posta un commento