Tutti, almeno una volta nella vita, dovremmo leggere il capolavoro di Gabriel Garcìa Màrquez. Il suo romanzo non è un semplice inno all'amore, ma molto di più. Un omaggio all'irrazionalità, all'intelligenza, alla forza di volontà ma contro le avversità di una vita lunga e imprevedibile.
A chi non è mai capitato di innamorarsi a prima vista? Chi non ha mai sognato di intrattenere una corrispondenza epistolare con la persona amata e tutta una vita per lottare e saperla disposta a far vincere l’amore alla vita stessa? Di certo Florentino Ariza. Non gli bastò che un secondo per capire che il suo cuore apparteneva a Ferminia Daza, era suo e niente e nessun'altra avrebbero mai potuto cambiare queste verità. La stessa cosa non può dirsi successa a lei, Ferminia: la sua caparbietà e pudico rispetto per l’onore del padre gli impedirono di poter anche solo innamorarsi di quel ragazzetto imbranato e paralizzato dall’amore stesso che veniva da uno status se non uguale addirittura peggiore del suo. Di certo il paragone con il rampollo della città non esisteva nemmeno: il dott.Juvenal Urbino e Florentino Ariza si trovavano su due pianeti diversi.E' stata la vita a scegliere per Ferminia, e Ferminia a scegliere per Florentino.Ma la vita per l’amore, alla fine, vince sempre.
E proprio quando le campane del lutto risuonano per Juvernal, ecco che finalmente l’amore dei due ragazzi, ormai diventati vecchi, ritorna. O meglio, per Florentino non era mai andato via, c'era sempre stato, lo gli si leggeva nel volto, negli occhi, il suo animo urlava per l'unica donna che l'avesse mai preso come Ferminia. Per Lei invece questa passione lateva nell’animo sepolta da una eternità vissuta da estranea, come tigre in una gabbia che non gli apparteneva. In una gabbia d'oro certamente, ma di qualcun altro.
L'amore vince, alla fine. In una passione che sembra sfumata dagli anni e logorata e segnata dalle rughe profonde nel viso d'entrambi che si scoprono innamorati in un battello che li porterà verso l'unico amore che conoscevano: quello reciproco.
Il ritmo del racconto è molto incalzante. Pochissimi capitoli nei quali pagina dopo pagina i personaggi si confondono e cambiano sempre i ruoli della storia in lunghi periodi logici che si intrecciano in un unico racconto: ecco che parla Ferminia di Florentino, ora Florentino di Ferminia poi di Juvenal, poi Juvenal di Ferminia e poi ancora Florentino della vita da innamorato mai corrisposto. I protagonisti narrano singolarmente lo stesso punto di vista della storia di gente comune o nota nei tempi della strage del colera, la malattia che uccide nel fisico simile all’amore che logora l’animo di chi non trova corrispondenza nell’amore dell’altro ( non a caso i sintomi delle sofferenze amorose di Florentino vengono spesso scambiate dai personaggi stessi negli stessi sintomi della nota malattia infettiva) .
Ripeto:Tutti, almeno una volta nella vita, dovremmo leggere il capolavoro di Garcìa Màrquez, per capire che cosa sia l’amore e come scoprirlo, oppure crearlo; come cercarlo e trovarlo; come crescerlo e reinventarlo.. senza mai pensare che sia la vita o l’età a scegliere per lui:l’amore,alla fine, vince.
Voto: 9/10.
-Stefano.
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