venerdì 28 marzo 2014

L'Essere Perdente: la chiave per il successo.


L’altra volta, leggendo alcuni studi di Jerome Kegan, un insigne studioso di psicologia infantile, ho scoperto che quest’ultimo è il fautore della teoria secondo la quale esistono quattro tipi fondamentali di temperamento: quello timido, quello spavaldo, quello allegro e quello malinconico. Concentrandosi sui bambini eccessivamente sensibili e timorosi, Kegan sostenne che questi sarebbero diventati dagli adulti timidi e paurosi. Discostandomi e risparmiandovi tutta la sperimentazione piuttosto tecnica dello studioso, ho subito immaginato lo scenario di un ipotetico perdente: un soggetto che è effettivamente vittima del suo stesso carattere forse non capito infondo nemmeno da se stesso e incapace di vivere la vita come tutti gli altri.
La storia è piena di perdenti, di sfigati e di soggetti che hanno fatto un salto dalle stelle alle stalle. Uno per tutti: Fabrizio Miccoli, il nostro caro ex-capitano. Praticamente la città era ai suoi piedi, lui era uno di quelli con il temperamento spavaldo.. tanto spavaldo da infangare l’onore ( l’onore vero, ovviamente ) di uomini come Falcone e Borsellino. E improvvisamente ecco: un nuovo membro del club “perdenti”. Ma quest’ultimo esempio è basilare per capire la differenza tra coloro che perdono il senno, fanno quell’investimento sbagliato, dicono quella parola di troppo..Insomma quelli che perdono tutto, e quelli che invece perdono per il semplice fatto di non aver mai provato. Non stiamo parlando di Chase Sampson,
quel concorrente del Chi-vuol-esser-milionario americano che ha fallito miseramente sbagliando la prima domanda: chi può veramente additarlo come “perdente"? Ha comunque provato, ha giocato, ed ha perso. Ho trovato una definizione perfetta tratta da “malomondo” di Giovanni Soriano: Il cosiddetto “perdente nato” non si qualifica tanto per a lunga serie di sconfitte collezionate nel corso del tempo, quanto per la propensione alla resa anticipata e l’inettitudine a lottare sempre fino in fondo. Adesso io mi chiedo:non sono veramente perdenti tutti quelli che credono in un sogno, hanno tutte le carte in regola per seguirlo, e gettano la spugna ancora prima di tentare? Un esame andato male all’università vale di più di una mancata iscrizione all’ateneo? Ha vinto quel soggetto che prende uno stipendo stellare in un lavoro che odia o quell’operaio che arriva a fine mese magari stentando ma coltivando il suo sogno? In effetti la classificazione tra “chi perde” e “chi SI perde” è sottile e spesso rischia di confondersi in una matassa.. ma una cosa è certa: chi non prova, ha già perso. Non conta arrivare ultimo in una gara olimpionica, stai già gareggiando con gli altri campioni del mondo e non sarai il più scarso, sarai soltanto l’ultimo classificato.E chi ha inventato il detto “ gli ultimi saranno i primi” in effetti aveva capito tutto dalla vita: non è che chi prende l’ultimo numerino d’attesa in salumeria sarà quello che effettivamente sarà servito per prima.. parliamo piuttosto di coloro che perdono e assaporano il sapore della sconfitta e trovano quella determinazione capace di farli per lo meno tentare un’altra volta. Nessuno dice loro che effettivamente vinceranno o saranno i primi.. ma sicuramente non avranno perso quell’occasione di tentare un’altra volta. Forse il sig.Kegan aveva ragione: fin da bambini ci troviamo a dover fare i conti con il nostro carattere. Chi troppo malinconico, chi troppo spavaldo, chi evasivamente sensibile e timoroso. Ma l’importante è accettare quello che si è, e non sentirsi diversi: nella vita c’è sempre una “gara” con gli altri ed è vero che spesso vincono i più spavaldi e sicuri di sé.. questo non vuol dire che gli “altri” non debbano competere con gli spavaldi: bronzo, argento e oro, sono tre leghe OTTIME e ben quotate in tutte le borse del mondo. Infine, per rendere l’idea del mio ragionamento, faccio le mie congratulazioni ai perdenti che si sono meritati l’oro: la squadra bolzanina EXCELSIOR che scendono sempre in campo con grinta ed energia e.. non vincono MAI! Ma a loro che importa? Giocano, si divertono, fanno sport.. chi dice che sono perdenti? Loro hanno vinto: sono in serie A, e quella A sta per “Ancora noi ci proviamo”!
-Stefano

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