venerdì 7 febbraio 2014

The Impossible.

The Impossible.

E' passato un mese o poco più da quando abbiamo aperto questo blog e l'idea iniziale era quella di scrivere tante recensioni su film e libri visto che effettivamente,almeno io, ne sono dipendente. Tuttavia accade spesso che si scriva  di qualcos'altro ma non vorrei che questa diventasse un abitudine e mi costringesse a trattare di tutto meno degli argomenti che più mi stanno a cuore. Così ho deciso di rifarmi e scrivere della mia personale critica di un film appena visto che mi ha veramente lasciato il segno un po' per la storia e il montaggio delle scene, un po' per la vicinanza temporale con la terribile catastrofe: il tifone nelle Filippine che ha suscitato in me un senso di angoscia e reale sofferenza di fronte alla devastazione della natura. Devo però anticiparvi che a dispetto della triste realtà questa pellicola ha un lieto fine.

Un anno fa film ha sbancato al botteghino e soltanto adesso ho potuto vederlo in uno schermo di 13” pollici. Morale della favola? Me ne sono pentito. Ma non di aver visto il film, ma di averlo visto soltanto in 13”pollici perché sicuramente meritava di essere visto sul grande schermo.Una storia straziante. Ecco la parola che mi viene immediatamente in mente quando passo in rassegna nella mente le immagini del film: strazio.Scene molto forti, crude..Non è il genere di film che piacerebbe vedere ad una persona debole di stomaco, perché si vede molto sangue: sangue dappertutto! Ma in fin dei conti come potrebbe essere altrimenti? Stiamo parlando di uno tsunami, di una potenza della natura che si abbatte nelle coste creando soltanto distruzione. E morti.Sarebbe stato impensabile rendere l’idea di una storia, vera per giunta, addolcendone i contenuti.Ma la cosa che mi ha colpito più di tutti, oltre alla meravigliosa e spettacolare regia e agli effetti speciali veramente realistici, è stata l’interpretazione degli attori. Naomi Watts sublime, è strano a dirsi specie da parte mia visto che non l’ho mai degnata di considerazione. Eppure non credo che la si possa considerare la protagonista della storia. Mi riferisco a Tom Holland, che interpreta Lucas. Il figlio maggiore che lotta, con il coraggio e la tenerezza della sua giovane età, e che rimette i pezzi di quella famiglia distrutti. E quando dico “ rimette insieme i pezzi” intendo letteralmente perché lo tsunami li aveva divisi tutti, uno per uno.Certo, credo che la loro fortunata storia possa definirsi più unica che rara, perché normalmente le famiglie coinvolte in certe catastrofi non riescono più a ricongiungersi e affrontano la triste realtà di aver perso almeno un membro della famiglia nella più rosee delle aspettative, ma non è successo a loro. Non è successo alla famiglia Bennet, che ha affrontato l’Impossibile, e ha vinto. A proposito: dimenticavo di dirvi che il film è tratto da una storia vera.Di certo non resto sorpreso delle innumerevoli candidature e premi riscossi grazie alla pellicola, ma non ho mai pensato che fossero questi risultati a rendere il film degno della, mia almeno, attenzione.E’ il messaggio che lancia e che, da sempre, cattura più di ogni altro la mia attenzione: la speranza. Quella non si deve perdere,mai.Il mio voto, personale e soggettivo come sempre, è 7/10.
-Stefano

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